Quando abbiamo costruito l’algebra geometrica dello spazio abbiamo dimostrato che il quadrato di un bivettore unitario , ovvero l’unità di area orientata vale -1 e così pure il quadrato del volume unitario, ovvero il trivettore
E’ davvero un risultato spiazzante: vai a spiegare in parole semplici com’è possibile che il quadrato di una entità geometrica tangibile valga un numero negativo! Per ora dobbiamo fermarci qui, ricordiamo solamente che è importantissimo il concetto di orientazione. Infatti nell’algebra geometrica non basta definire l’area come entità geometrica: è fondamentale il segno.
A questo punto la tentazione è fortissima:
il bivettore unitario si identifica con l’unità immaginaria dei numeri complessi?
quindi anche il trivettore unitario ?
se il quadrato di entrambi vale -1, rappresentano la stessa unità immaginaria?
Sono domande legittime, ma qui è necessaria un po’ di cautela.
Prima le notizia buone.
Riusciamo a fatica a contenere la soddisfazione di vedere finalmente che l’unità immaginaria ha un corpo ed un comportamento.
Diciamo corpo per indicare che non si tratta più di una entità talmente astratta da risultare inesistente: ce l’abbiamo davanti agli occhi e lo è stata per secoli davanti agli occhi dei matematici.
L’unità immaginaria va identificata con la porzione unitaria del bivettore. E’ un pezzetto orientato di piano. Diciamo comportamento perché è ancora più interessante vedere l’effetto che fa sugli altri enti geometrici. Proviamo a giocarci un po’ usando come cavia un vettore generico, che moltiplicheremo per prima a destra e poi a sinistra:
Quindi la moltiplicazione a destra per (che ha orientazione antioraria) provoca una rotazione di in senso antiorario, mentre la moltiplicazione a sinistra inverte il senso della rotazione. Da questo punto di vista il bivettore si differenzia da perché non commuta, anzi anticommuta con i vettori.
Attenzione: noi siamo abituati a vedere l’operatore che “attacca” il suo operando da sinistra, ma in questo caso è l’operazione da destra che conserva l’orientazione!
Come abbiamo accennato prima, sottolineiamo una dualità interessantissima: ogni elemento dell’AG può essere visto come oggetto ma anche come operatore. A scuola i numeri complessi vengono visti quasi esclusivamente come oggetti, staticamente fissati nel piano di Argand-Gauss come punti cartesiani. Nell’AG, invece, acquistano una dimensione attiva, diventando operatori di rotodilatazione.
Una seconda accezione li vede come operatori di dualità, che trasformano elementi dell’algebra di grado in elementi speculari di grado .
La cattiva notizia è che non possiamo identificare quattro concetti distinti, anche se algebricamente si comportano in modo simile:
- il bivettore unitario 2D
- i tre bivettori 3D , ,
- il trivettore unitario 3D
- l’unità immaginaria dei numeri complessi
Tutti questi elementi quadrano a -1, ma non basta per dire che sono la stessa cosa. Occorre infatti considerare la commutatività, che vale per e per il trivettore , ma non vale per i bivettori.
Dovremo quindi utilizzare simboli distinti e quindi manterremo la per l’unità immaginaria, mentre useremo per il trivettore 3D, visto che le proprietà coincidono. A volte si usa anche per il bivettore in 2D, ma se il contesto non fosse chiaro, potrebbero essere impiegati i simboli o .
Molto usata per ragioni storiche anche la dal mondo elettrotecnico (usando la si fa confusione con la corrente!).